Pubblico qui alcune righe e versi.
Qualcosa è anche su carta.

lunedì 2 agosto 2010

'Nita e Bologna

Da casa mia vedo il mare lontano. Sono al caffè e la radio manda melodie da vacanza. La notte scorsa ho studiato storia; per un istante son stato rapito dalla sua essenza ultima: la mescolanza del sangue. Ho come visto la Mitteleuropa, l'ultimo grande impero. Ho pensato alla bellezza, a te.
Trent'anni fa (me ne ricordo con precisione) avevo trascorso la notte a bere e cantare. In Ciabaudo, Valle Argentina, Ponente ligure; settecento metri sul mare, passati ulivi lecci e castagni, una decina d'abitanti. La mattina, la donna del caffè e latte lamentò che avevamo cantato male. Io, Romano, Marco, Mauro, Remo, Franco... nessuno escluso.
Trent'anni fa avrei parlato diversamente. Ma non c'erano internet e telefonini.
Vidi la Renault 4 bianca (curioso come ne ricordi ancora la targa: IM 144809) salire silenziosa e tranquilla nelle curve poco più larghe di un orbettino, nella netta recisione tra verde e azzurro.
"Mio Dio, Marco, hai sentito di Bologna?". E come avrei potuto? Erano i miei.
Così venni a sapere dell'ordigno, della stazione, dei morti, dei feriti. Lo venni a sapere come in una microesplosione famigliare.
A giugno ho presentato a San Biagio della Cima un libro di Maurizio Maggiani, "Meccanica celeste". Tra le pagine ho incontrato 'Nita, sopravvissuta a tutti i suoi per il capriccio di un ghiacciolo. Ora attende con decisione e felicità un bambino.
Me ne sono innamorato. Ma questa è un'altra storia, è letteratura.