Carmina non dant panem. Le poesie non danno pane.
La poesia non dà di che vivere. Non è un mestiere, un lavoro.
Ma, soprattutto, del lavoro non ha l'orario, la pianificazione.
Il lavoro può prevedere lo straordinario. La poesia no.
La poesia è straordinario (extra ordinario).
Non è onestamente possibile pianificare, stabilire il quando né il dove e il cosa da cui verranno le parole.
Che poi essa, come dice il nome stesso, sia "un fare", e quindi anche una tecnica, è altro discorso, e molto serio.
Ma il poietes resta un creatore, un fabbricatore senza responsabilità d'approvvigionamento.